IL SEGRETO PER VENDERE IL TUO PRODOTTO SENZA SENTIRTI COME SE STESSI DERUBANDO UNA POVERA VECCHIETTA
L’essere umano è inaffidabile, di natura.
Mentre Aristotele ci descrive come animali sociali, Hobbes ribatte dicendo “Homo homini lupus”.
Se ti sei perso la lezione di filosofia al liceo, non ti preoccupare.
Significa semplicemente che non è vero che siamo sociali, altruisti e compagnia bella.
Proprio per niente.
Siamo egoisti ed estremamente individualisti.
Il motivo è semplice: il nostro mondo ha risorse limitate.
L’istinto di sopravvivenza ci porta a pensare: “Se mangia lui, non mangio io”, e poi ancora: “Uhm.. lui ha una banana ed io no… ora provo a distrarlo… A FUOCO A FUOCO!” ed eccoti in fuga con la sua banana in mano.
Ci siamo sicuramente evoluti da allora, ma quanto?
Sono sempre stata un’attenta osservatrice
e dalla mia pluripremiata analisi condotta durante il mio dottorato di ricerca all’Università di Oxford (manco per niente, era solo per darmi un tono), ho concluso che:
siamo ancora inaffidabili, proprio come 2000 anni fa.
Niente Oxford, la verità è che ho incontrato tante persone nella mia vita, e spesso mi sono trovata a chiedermi: di chi mi fido?
Quante di quelle svariate migliaia sono davvero affidabili?
Io stessa sono sempre stata affidabile?
(un po’ di autocritica non guasta mai)
Lo so che stai pensando:
“Allora perchè devo fidarmi di te se non so neanche chi sei?!”
La risposta è che non devi per forza fidarti di me, anzi, ti sto dicendo che è tutto vero, l’uomo è brutto e cattivo, ma che generalizzare è sempre sbagliato.
Perciò mentre leggi ricordati che:
io non sono la tua ex del liceo che ti ha tradito, né il “grande amico” mai più pervenuto.
Non hai motivo di fidarti di me, ma neanche di non farlo.
Una cosa però posso dirtela con certezza, tanto ormai siamo in confidenza:
ho la fortuna di amare il mio lavoro.
Volevo trovare la mia capacità migliore
per espanderla e metterla a servizio delle persone.
E un giorno ho finalmente capito come.
Se ti stai chiedendo che lavoro faccio:
No, non sono un medico, né un’infermiera.
Anch’io ero convinta dei soliti clichè.
Ma ti svelo un segreto: puoi fare del bene in altri miliardi di modi.
Se ti interessa, e se non ti interessa te lo dico uguale:
io Vendo, si, proprio come te, fieramente e convintamente.
Sono una venditrice felice, che sa di fare del bene con il proprio lavoro.
Incredibile vero?
Al limite del colmo…
“Dannati venditori… Non lo voglio il vostro folletto! “
(Eppure è una delle migliori aspirapolveri mai esistite)
Te lo eri mai chiesto perché abbiamo quest’idea sui venditori?
E se quest’idea non sia solo un retaggio culturale?
Un po’ come i cinesi che si dicono solo “cinciuncian”.
Ecco il primo passo da fare: scardiniamo le idee sbagliate, è l’unico modo che abbiamo per crescere umanamente e professionalmente:
cambiare i nostri preconcetti.
Immagina un secondo:
Hai un appuntamento di lavoro, sei vestito bene, ti sei ricordato persino il profumo, ma non di guardare il meteo.
In più, dato che la vita a volte è ingiusta, volevi fare il tipo atletico e sei andato a piedi.
“Ma si, una bella passeggiata… e chi mi ammazza?”
E poi ecco che il karma di quella volta che da bambino avevi rubato quel gioco al tuo amichetto ti chiede il conto: tempesta, diluvio universale.
Ti ripari sotto un balcone.
Non sai cosa fare, sei già in ritardo, ma non ti va di arrivare al ristorante fradicio come se ti fossi scordato di toglierti i vestiti prima di entrare in doccia.
Ma ecco che dal nulla spunta un uomo che vende ombrelli.
…Che odiosi i venditori, eh?
Che ne dici?
Quale sarebbe a questo punto la tua reazione?
Ti do due opzioni:
- “Pussa via, tu mi vuoi fregare!”
- oppure un più “realistico”: “Dio (o chi per lui) esiste!”?
La banalità di questo esempio mi serve a dimostrarti l’insensatezza di tante cose di cui siamo convinti.
Il nostro mondo è capitalista, che tu ne sia un grande fan o meno è marginale.
E’ così che gira.
Tutto ciò che mangiamo, beviamo, tutte le attività che svolgiamo durante la nostra giornata sono impregnate di capitalismo:
hanno un costo e sono inserite in un mercato.
Quando a pranzo ti fai un piatto di pasta al sugo, hai comprato: pasta, passata, aglio, basilico e via dicendo.
Quei prodotti non te li hanno rifilati con l’inganno:
li hai legittimamente voluti comprare perchè necessitavi di riempire il frigorifero.
Ti erano utili!
Ecco svelato l’arcano mistero:
a meno che tu non venda una cosa veramente inutile, (se lo fai sei una persona orribile e senza scrupoli) non hai bisogno di complessarti o di sentirti a disagio perchè fai il tuo lavoro.
Il tuo prodotto, poverino, ha tutto il diritto d’essere al mondo:
esiste perché è utile, perché è stato concepito per risolvere il problema di qualcuno.
E tu, mio caro Venditore, sei il padre del tuo prodotto!
Un padre non si vergogna (quasi mai) di suo figlio.
Dunque vanne fiero.
Chiarito ciò, ti annuncio ufficialmente che hai appena fatto un passo avanti per fare il tuo lavoro alla grande, dobbiamo superare prima certi retaggi psicologici per poi passare ai tecnicismi.
Spero d’averti dato sufficienti spunti su cui riflettere.